venerdì 26 novembre 2010

Wolfmother - Wolfmother

Chi ha detto che il rock nel 2000 è entrato in coma, non ha fatto i conti con l'Australia.
Già, perchè è proprio dalla terra dei canguri che ci ha dato gli AC/DC che arriva la
(allora) formazione a tre degli Wolfmother, composta da Chris Ross al basso ed alle tastiere, Myles Heskett alla batteria, ed il geniaccio da cui deriva tutto, Andrew Stockdale, compositore, chitarrista e cantante.




Gli Wolfmother sono nati nel 2003, ed escono col loro primo album di produzione mondiale, dapprima in Australia sulla fine del 2005, e poi, nei primi mesi del 2006 in tutto il mondo, ottenendo immediatament un grande seguito e molti apprezzamenti, e vengono inoltre scelti per suonare Communication Breakdown all'introduzione dei Led Zeppelin alla Rock'n Roll Hall Of Fame, ma durante il 2008, a causa di divergenze interne, gli Wolfmother rischiano lo scioglimento, che però si conclude "soltanto" con l'allontanamento di Chris e Myles, che vengono rimpiazzati nel corso dell'anno, in tempo per la pubblicazione di un secondo disco, Cosmic Egg, uscito nell'ottobre del 2009 in tutto il mondo, e che io non ho ancora sentito, non potendo quindi commentarlo in alcun modo, tranne che per qualche pezzo quà e là passato alla radio, che però sinceramente, non mi ha entusiasmato piu di tanto.

Il primo disco della formazione originale invece, è uno dei migliori esempi di hard rock/stoner usciti negli ultimi anni, che unisce sapientemente le basi dell'hard dei Led Zeppelin, AC/DC e gli Who, la psichedelia visionaria dei Doors, la furia del garage rock degli MC5, il doom metal delle basi dei Black Sabbath, ed ovviamente, un incredibile quantità di stoner direttamente dai Kyuss (considerati da Stockdale, fondamentali per l'esistenza degli Wolfmother).

Il primo pezzo assomiglia veramente ad un brano della prima formazione dei Black Sabbath, Dimension, venato di Kyuss e molto pesante, un inizio, che per gli anni in cui è pubblicato, è semplicemente sbalorditivo, anche se molto, forse troppo, legato alle sovracitate band.

Piu originale è invece White Unicorn, eccezzionle pezzo in cui abbiamo un grande stacco pulito/overdrive, e dove si evidenziano anche le grandiose potenzialità vocali di Andrew Stockdale, oltre che ad uno psichedelico finale di tastiera, e ad una batteria potente e mai esagerata, un brano hard stoner che finisce in una morbida psichedelia.

Al numero tre abbiamo la famosissima Woman, che a mio parere, è però inferiore rspetto ad altri pezzi veramente eccezionali presenti nel disco, ma che comunque non costituisce una caduta di tono, quanto piu che altro una ripresa delle sonorità già sperimentate, ed anche il testo non è particolarmente originale, decisamente piu accattivante è Where Eagles Have Been, introdotta da un morbido intro acustico, e dove spaziano i pesanti e cadenti accordi di Andrew, intervallati da stacchi brillanti di basso, e con un altro eccezionale finale psichedelico, costruito con organi psichedelici, e con un brillante e semplice assolo, in cui Stockdale dimotra la sua grande abilità di chitarrista, capace di mischiare ritmi tipicamente stoner, con assoli molto hard, semplici ed efficaci, senza mai cadere nel banale, e senza scadere nell'eccesso.




Ma è con Apple Tree che si comincia a fare sul serio, un pezzo piu raffinato e dove ritorna lo stoner del deserto, e subito dopo, Joker & The Thief, forse la punt di diamante del disco, la piu originale, la piu significativa, e forse anche la piu famosa, brillante e visionaria, si fa notare grazie all'intro di chitarra che sfiora lo space rock degli Hawkind per tornare improvvisamente su di un riff molto hard, sostenuto da un accoppiata di basso e batteria semplicemente unico, si tinge di psichedelia sul finire, ed entra di diritto nella rosa del gruppo.

Nonostate il capolavoro che è Joker & the Thief, il pezzo di cui piu mi sono innamorato di questo disco è sicuramene il seguente, il pezzo stoner per eccellenza, Colossal.

Non ci sono cadute di tono, non c'è un minimo cedimento di adrenalina, il tutto gira attorno ad uno splendido riff, che dimostra ulteriormente le grandi capacità di Stockdale di unire abilità e semplicità, oltre al suo lavoro di songwriting, che raggiunge in questo pezzo, livelli altissimi, e lo stesso si ripete con Mind's Eye, da cui è stato anche estratto un singolo ed un video molto gettonato.

Con Pyramid abbiamo nuovamente a che fare con un brillante campione dell'originalità degli Wolfmother, mentre con Witchcraft, a mio parere, abbiamo un leggerissmo cedimento, ma niente paura, ci pensano Tales, intervallata da stacchi di acustico/overdrive, Love Train, con una forte ripresa di hard stoner, e Vagabond, un acustico (intervallato da muri di suono imponenti) pezzo dedicato all'amore ed alla vita libera, in linea con ideali hippy trasmigrati nel 2000.

Per potersi gustare al massimo questa perla, sarebbe inoltre necessario procurarsi il DVD , Please Experience Wolfmother Live, in cui vengono riproposti tutti i brani con un energia unica, dimostrando il grande valore che questa band aveva nella sua formazione originale. Purtroppo il secondo disco è stato cinsiderato molto inferiore al primo, ma non è il caso di gettare subito la spugna: aspettiamo il terzo Wolfmother.