
"We're not a cigarette company!"
Andy Latimer
Andy Latimer
Tra i maggiori gruppi Progressive della storia, tra i meno osservati a livello di critica e pubblico, i Camel vedono la nascita nel 1971, ed ebbero il loro debutto live come spalla ai Wishbone Ash.
il gruppo regalò al panorama progressive alcuni dei suoi dischi piu significativi, come Mirage del 1974 e The Snow Goose del 1976.
Breatless non è invece uno i quei dischi entrati nella storia, ma che risulta comunque una composizione piacevole e di valore nel rappresentare lo stile dei Camel, oltre ad essere l'ultimo disco col tastierista originale Peter Bardens.
La prima traccia è l'omonima Brethless, che si presenta come una tranquilla canzone pacata e piacevole, con qualche eco dei Velvet Underground, in cui le voci dei cori di Andy, Peter e Doug si uniscono con le sinfonie delle tastiere e del flauto, nonostante le tendenze decisamente orientate verso il pop.
La seconda, Echoes, rappresenta un aumento della velocità e della melodia, dominata da una delicata sinfonia di chitarra di Latimer, scandita dalla batteria di Andy Ward, componendo cosi la parte iniziale del pezzo, un intermezzo in cui gli assoli di tastiera prendono vita e una piu decisa conclusione cnsacra un ottimo pezzo di progressive senza eccessive esigenze
La seconda, Echoes, rappresenta un aumento della velocità e della melodia, dominata da una delicata sinfonia di chitarra di Latimer, scandita dalla batteria di Andy Ward, componendo cosi la parte iniziale del pezzo, un intermezzo in cui gli assoli di tastiera prendono vita e una piu decisa conclusione cnsacra un ottimo pezzo di progressive senza eccessive esigenze
Wing And A Prayer invece, porta gi echi delle sinfonie rock soft egli ani sessanta, con un tocco di innocenza abbinato a quello stile nuovo dei Camel, ma manca di ricercatezza di suoni, a comuqnue con un eccellente esecuzione, con un arpeggio delicato ed rmonioso.
I suoni si fanno piu pesanti in Down on the Farm, ma non esalta sufficientemente, rimadendo così un pezzo tendente alla mediocrità, seppur senza sciupre il resto del disco.
Starlight Ride invece, presenta atmosfere piu ambientali, con qualche venatura barocca, un pezzo che presenta delle idee buone e molto valide, ma che non viene svilupato come forse meriterebbe, mantenendo però una struttura ed un andamento pregievole, passando per una gradevole Summer Lightning, corale e ritmata, manca però di quelle ricercatezze di suoni che hanno fattoil progressive.
You Make Me Smile dò un tocco di '70 al disco, con qualche influenza funkieggiante, rimanendo però ben ancorati alle tradizioni di soft rock, lontani dalle demoniache influenze disco, ma è con The Sleeper che troviamo finalmente quel clima di follia rock degno di nome, una piccola suite di 7 minuti interamente acustica, affidata ad una specie di jam session per il progressive, con lunghi ed intrecciati assoli di tastiere ai limiti dello space, che si incontra in maniera piu accattivante in Rainbow's End, altro pilone portanteper il buon nome art rock del disco, che domina una melodia visionaria e sognatrice, lasciando un senso di smarrimento, quasi come dopo aver percorso l'arcobaleno dell'universo ed essersi svegliato all'improvviso, ai primi raggi del sole nascente.
Nessun commento:
Posta un commento