sabato 27 febbraio 2010

U2 - The Joshua Tree

Pubblicato il 9 marzo del 1987, il quinto album degli U2 è probabilmente il loro maggior successo, ed il loro miglior disco in assoluto.

Ispirato fortemente dalle location geografiche sterminate degli Stati Uniti, questo disco è pieno di atmosfera e di caratteri sperimentali, dove vengono rivisitate le radici della musica Made in US, come il Blues, il Country e il Gospel, attravarso ispirazioni completamente rivisitate, il gruppo irlandese si fa strada tra testi poetici, contemplativi e carichi di passioni, a vedute piu critiche e politicamente impegnate.

Due esempi contrapposti per osservare la struttura del disco, sono "Bullet the blue Sky" e "in God's Country".

La prima, aperta da un affascinante feedback creata da The Edge, che dà il via insieme a Bono alla canzone, è una denuncia aperta all'amministrazione americana reaganiana, che puntava al rifornire di armi e di mezzi gruppi ribelli e paramilitari sudamericani, con l'obbiettivo di destabilizzare la già precaria situazione in cui vivevano gran parte di quei paesi.

In God's Country invece, si apre con una chitarra acustica martellante, ha come testo una visione celebrativa dei grandi spazi della campagna americana, visti con occhi meravigliati da tanta bellezza, enfatizzando quindi, l'immagine degli Stati Uniti, anche se dal punto di vista geografico, piu che sociale.

Where the streets have no name invece, arriva con un introduzione fatta di organi e atmosfere, sfociando in una cavalcata di chitarra acustica, e, insieme a With or without you, malinconica ballata, che ha per argomento una storia d'amore finita male, ma anche il rapporto con la religione, sono le due canzoni piu famose del gruppo. In entrambe sono presenti elementi di sperimentazione musicale, volta a creare effetti d'atmosfera, incuranti di basarsi su tecniche preesistenti, cercando un proprio spazio su cui lasciare il nome "U2". Missione compiuta direi.

Runnin' to Stand Still, brano di denuncia sociale sull'eroina, ripercorre tratti folk e country, con ispirazioni Delta Blues, è quasi un duetto tra Bono ed un delicato pianoforte, unito a ritmi sommessi e ad arpeggi accennati.

I suoni folk si fanno piu presenti in Trip Through your Wires, visionaria ballata in puro stile U2, dominata dalla voce eccitante di Bono, arrivando a One Tree Hill e Red Hill Mining Town, due brani sono in linea con lo spirito sperimentale/folk del disco, mentre Exit ottiene un basso costante e martellante, interrotto da ritmi piu veloci da chitarra e batteria, descrive gli ultimi momenti di un uomo in procinto di commettere un atto terribile, probabilmente un omicidio, rappresente una corsa verso la follia interiore, tirando ed allentando la tensione grazie al ritmo ora cupo e cadente, ora rapido ed inquietante.

La conclusione di questo capolavoro, arriva con Mothers of Disappeared, dedicate alle madri che denunciarono la scomparsa dei loro cari in Sud America.

Il brano si presenta come una specie di Blues Alternativo, con una melodia che aspira all'ascesa al paradiso, dove Bono e The Edge giocano le proprie carte, renendosi sofferenti e carichi di emozioni, facendo provare a chi lo ascolta un brivido unico.

Un tassello della perfezione interiore su Cd.

giovedì 25 febbraio 2010

The Doors - The Doors



4 gennaio 1967. Jim Morriaon, Robby Krieger, Ray Manzarek e John Densmore. Questa è la formazione che diede alla luce uno dei piu grandi capolavori di rock/Blues psichedelico della storia.
Considerato il capolavoro assoluto della band, il disco esprime al meglio la forte originalità del gruppo, e delle impressionanti innovazioni dei singoli musicisti. Con il piu carismatico, poetico e maledetto cantante di tutta la scena musicale degli anni '60, Jim Morrison, a tenere le redini del gruppo, con testi sempre modificati e con chiare ispirazioni di letteratura classica nei brani, a partire dal nome stesso del gruppo, citazione di William Blake .

Tastiere sospiranti e delicate, con una batteria tentennante ed una chitarra arpeggiata, acida, profonda e maniacale, il gruppo definì i connotati di ciò che erano i Doors. La chiave per le porte della percezione.

Il disco si apre con il successo Break on Through, intramontabile evergreen del gruppo, proseguendo con Soul Kitchen e con l'incredibile Crystal Ship, vera gemma delicata, dominata dalle tastiere sapientemene orchestrate, duettate con la voce di Jim.

Si arriva a Twentieth Century Fox, squillante pezzo molto piu allegro dei precedenti, dove domina la batteria martellante, arrivando alla piu acida Alabama Song, sussurante organo e con la voce melodica di Morrison, sembra la colonna sonora di qualche perverso sogno poetico e sognatore, arriviamo a Light My Fire, altro grandissimo successo, che si lascia andare in duetti psichedelici tra Ray e Robbie, in un pezzo che sfiora il Progressive.

Arriviamo a Back Door Man, cover di un classico del blues di Howlin' Wolf, quindi è la volta di I Looked at You, nuovo grande successo vocale per Jim, cupo e affascinante, con la sua voce eccitante, trova una perfetta fusione con gli arpeggi di Robbie Krieger, una solida base ritmica, risultato della fusione di organi balbettanti e batteria costante.

End of The Night sembra invece un apocalitto ricordo di qualche serata a base di anfetamine e Whiskey, effetti Phaser a non finire, con assoli arpeggiati, incupita dall'organo costante.


Si passa quindi per Take it As it Comes, pezzo dominato dal basso di Ray Manzarek, ma è l'ultima canzone che spalanca completamente i portoni della mente.

Epica, intramontabile, maestosa, affascinante, maniacale, ipnotica, cupa....in una parola sola, esagerata.

The End, undici minuti di arpeggi, piatti sussultanti e organi profani, è dominata dalla voce, mai cosi profonda, mai cosi divina, di Jim Morrison, rappresenta una rappresentazione quasi teatrale, del complesso di Edipo, dell'addio all'amore, all'infanzio, l'addio alla vita, alla ragione, ai sentimenti, un addio, definitivo, conclusiovo, senza possibilità di redenzione, può essere divisa in due parti, una prima, piu lenta e sussurrante, aumenta lentamente, come la follia matura in una persona, per arrivare all'apica, all'orgasmo musicale, dove tutti gli strumenti si fondono, in un vortice di orrore, amore, passione, privo di limiti, libero da legami, un momento di puro sconvolgimento, o in altre parole, lo Zenit dei Doors, della percezione.
Ed infine, si chiude, come un sipario di un teatro, che si chiude, abbandonando la magia alle proprie spalle.

Non con un esplosione
Non con un urlo

Con un sussulto

perchè è cosi che finisce il mondo...

in un sospiro....


mercoledì 3 febbraio 2010

Ted Nugent - Cat Scratch Fever




Cosa succede quando un folle rednek americano fanatico di caccia e con una malsana vena militarista, prende in mano una chitarra? Generalmente avremmo soltanto un aborto musicale volto a motivare le truppe USA, spingendole al massacro. Ma con Zio Ted, abbiamo uno dei piu geniali chitarrista hard rock che la storia ricordi.

Nato a detroit, Ted sviluppò fin dall'infanzia una passione per la musica rock, e cominciò ad esibirsi già ad appena dieci anni.

Il successo per il giovane Gonzo arrivò con gli Amboy Dukes, con la quale produsse dischi tra l fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta, ma sono solo spiccioli: il successo arriverà solo dopo qualche anno, con la pubblicazione dei primi due dischi, Ted Nugent e Free For All, enrambi zeppi di cassiconi hard rock tuttora presenti nelle scalette del Motor CIty Madman, che anche grazie ad esibizoni live a dir poco sbalorditive, tour sempre col tutto esaurito ed gruppi spalla di grande notorietà, che contribuiscono a creare intorno al chitarrista un nome piuttosto imponente.

Ma l'apice viene toccato nel 1977, con l'album in studio di maggior successo che Nugent annoveri: Cat Scratch Fever.

E' la title track stessa ad aprire il disco, ed è la stessa canzone ad essere la piu famosa e conosciuta di tutta la vastissima discografia di Ted, dove ritmi d potentissim hard rock incontrano assoli blues allucinanti, ed è subitoseguita dall'altrettanto celeberrima Wang Dang Sweet Poontang, dove il vecchi rock'n roll di casa Chuck Berry si fa sentire piu vigoroso e blueseggiante che mai, consacrando il pezzo tra i piu noti e riproposti brani del chitarrista.

Death By Misdaventure è invece un piu granitico hard rock, con sonorità piu 70ies, dove il blues distorto di Ted Nugent passa in secondo piano e solo negli assoli, lasciandone perciò un pezzo che trasuda influeze Aerosmithiane piu che mai (sarà un caso il fatto che i due avessere fatto piu e piu tour insieme ?...)
Live it Up è invece un pezzo piu originale e fresco, forse meno noto, ma sicuramente tra i migliori in assoluto, che lascia anche spazio alla sezione ritmica di esprimersi per quel che vale, nonostante il folle di Detroit non lasci il compito facile, predominando per tutta la canzone, dove è presente anche una melodicità non cosi scontata come può sembrare.

Ma parlando di melodicità, è Home Bound, il pezzo successivo, a far breccia su chi lo ascolta... 4 minuti e mezzo di purissimo hard rock strumentale, forse troppo sopravvalutata, ma a mio parare il pezzo piu emblematico del disco.

Riesce a fatica immaginarsi Ted come un cacciatore repubblicano amante delle armi da fuoco, mentre si ascolta questo disco, ma d'altronde, non si può giudicare un musicista per la vta privata, e potete dire quello che volete sul suo conto, ma negarne la genialità compositiva sarebbe un crimine.

Non risparmia cartucce il buon vecchio zio ted, che con Workin' Hard, Playin' Hard ci ripropone un brano di spiccata originalità e buon gusto, una composizione brillante e sconvolgente, musicalmene impeccabile.

Sweet Sally è invece piu veloce e boogie come pezzo, dove le sonorità i Nugent si consolidano, e riprendeil volo in fretta con la piu lenta A Thousand Knives, di nuovo strizzando l'occhio ai seventies, con un assolo a dir poco impeccabile, potrebbe benissimo concorrere al titolo di miglior pezzo, se non ce ne fosse una sovrabbondanza in questo disco.

Fist Fightin' Son Of A Gun ripropone nuovamente ritmi di piu allegro rock'n roll, con una sonorità piu commerciale, ma che comunque rimane impeccabile dal punto di vista della composizione.



A chiudere il disco è Out of Control, pezzo che ripresenta accenni di quella che fu l'hit del primo disco, Stranglehold.

Da annoverare nella produzione del disco la presenza del chitarrista Derek St. Holmes (Michael Schenker Group) ed il bassista Boz Burrell (Bad Company).

Insomma, Cat Scratch Fever non fà acqua da nessuna parte, sopratutto nell'edizione bonus Tracks con Cat Scratch Fever e Wang Dang riproposte in sede live all'Hammersmith di Londra nel tour promozionale.

Chi non lo avesse se lo procuri al piu presto