
Ultrasottovalutato disco, a mio parere, tra i migliori in assoluto (ma quale non lo è ....) della carriera dei Led Zeppelin, questo disco presenta una letale miscela di generi, sperimentazioni e suoni tipici della band inglese piu potende del mondo.
Hard Rock, Reggae, Musica che sembra uscita da una ballata celitca stile Braveheart, Funk, Musica di ispirazione indiana, Progressive oscuro, quasi un accenno ad un Doom psichedelico....insomma, in Houses of The Holy ce nè per tutti (cos'abbiano avuto quelli di rolling stones da rompere i coglioni nel '73 lo sanno solo loro....)
Il disco nasce dopo un periodo di attesa sempre piu in via di fermentazione, dopo aver lanciato a mitraglia i primi tre capitoli della loro carriera, a partire da quel '69 che li ha visti protagonisti di Led Zeppelin I e II, dopo l'epico successo di LZ IV, la band intraprese una serie di tour, prendendosi un periodo di pausa dagli studi di registrazione per quasi 2 anni.
Ormai il pubblico si è fatto un idea di quello che è il sound dei Led Zepp, ed è desideroso di sperimentare altro, cosi come la band stessa. Ma all'epoca, nessuno si aspettava un disco simile.
I Led Zeppelin erano ormai piu di un semplice gruppo, erano una vera e propria istituzione giovanile, portandosi dietro la propria magia e orde di fans assetati di vedere il biondo cantante dai boccoli cadenti duettare col ricciolo corvino chitarrista dalla chitarra siamese.
Houese of The Holy rappresentò una svolta, un punto di rottura verso tutto ciò che era stat
Il gruppo voleva di piu.
Si apre alla grande col ritmo incalzante di The Song Remains the Same, capolavoro, esplosivo mix di chitarre arpeggiate e di assoli portati alla massima velocità, con un Robert Plant in grado di sfoderare tutto il suo sex appeal e il suo carisma attraverso un microfono di registrazione.
Riascoltatevi questo pezzo nel DVD omonimo se non vi è piaciuto al primo ascolto, si tratta semplicemente di Led Zepp! alla massima potenza.
Il tutto cala improvvisamente in una placida e romantica ballata acustica, th Rain Song, altro pezzo fondamentale ma sottovalutato.

Quango George Harrison chiese il perchè dell'assenza di canzoni romantiche dal repertorio di Page e soci, gli Zeppelin tirarono fuori questo affascinante mix di folk e sintetizzatori, con ritmi cadenti a piu riprese, condizionati da un Bonham ispirato, che duetta magnificamente con le chitarre arpeggiate di Page.
Concedetemi l'espressione, ma credo che ci sia qualcosa di fatato in questo pezzo, qualcosa di celtico e affascinante. Contemplativo e brillante.
Ancora folk, almeno per la prima parte, di Over The Hills and Far Away, nato dalle sedute di Bron -Yr - Aur, il disco sembra strappato in effetti, dal lato B di Led Zeppelin III. Motivo in piu per correre ad ascoltarlo, con un Page che si diverte a mischiare Acustico con Elettrico pesante, con assoli simil Blues particolarmente interessanti.
Da The Crunge arriva un Funky stile James Brown, brillante e squillante, un autentica rivisitazione del Funk in opera Zeppeliniana, grande prova vocale per Plant.
Interessantissimo è il pezzo che segue, Dancing Days, ispirazione indiana particolarmente marcata, la chitarra di page si sbizzarisce amalgamandosi con la voce sensuale e profonda di Plant, in una perfetta armonia melodica, estremamente coinvolgente ed eccitante. Quasi un ricordo lontano di When The Levee Breaks da LZ IV.
Bob Marley aveva iniziato la sua corsa alle classifiche americane quando Page ripropose una suq visione del Reggae, in questo bel pezzo, dal nome D'yer Mak'er (ma dalla pronuncia Jamaica, non chiedetemi come e perchè.... provateci e basta) un pezzo particolarmente accattivamente, sia per le grandi doti sperimentali di Page, sia che per l'eccellente qualità della sezione ritmica (qualche idiota contestava Bonzo, insinuando che non potesse reggere il tempo Reggae)
Ma ecco che dalle allegre atmosfere caraibiche di D'yer Mak'er, si arriva al cupo progressive di No Quarter, malefica sinfonia creata dai sintetizzatori di John Paul Jones, uniti dai delicati tocchi di tastiere ben dosati, da una voce soffocata e amareggiata di Plant, con la chitarra di Pgae che va e viene, come un demone inestinguibile, questo pezzo rimarrà uno dei piu amati, fin dalla pubblicazione del disco
Ultimo pezzo è il simpatico The Ocean, dedicato all'oceanica massa di fan che gli Zeppelin erano soliti portarsi di città in città
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