sabato 10 aprile 2010

Aerosmith - Rocks



Ben prima che le ragazzine 12enni e gli idioti di mezzo mondo girassero per le strade con "i Don't Want to Miss A Thing" nell'Ipod vantandosi con orgoglio di "ascoltare il Rock!", c'era un gruppo d'oltreoceano, con una carica esplosiva di energia e passione, una musica pesante e sofferente, grintosa e folle, qualcosa di unico, che ancora oggi rimane un innovazione, una gemma ed una colonna portante del panorama mondiale. Questo gruppo vantava (e vanta tutt'ora) Steven Tyler alla voce, Joe Perry alla 6 corde solista, Tom Hamilton al basso, Brad Whitford alla ritmica e Joey Kramer alla Batteria. Questi, erano, sono, e resteranno, gli Aerosmith.

Decrivere Rocks non è facile. Il quarto disco del gruppo di Boston è uno di quei pezzi che non può mancare a nessuno, da mettere insieme a Led Zeppelin, Dark Side of The Moon, Who's Next, Highway to Hell e pochi altri.

L'inizio è sconcertante....Back in the Saddle, di nuovo in sella.

Una batteria possente unita a ritmi hard in puro stile Joe Perry, e lui, uno dei migliori cantanti di tutti i tempi, Steven Tyler, che urla i suoi testi carichi di grinta, spirito hard rock, ed imbottiti del suo argomento preferito: il sesso.

Il finale della canzane è un cocktail da dopo sbornia con cocaina dove assoli, urla e ritmiche si incrociano decise a darsi guerra.

Il secondo pezzo arriva piu blueseggiante, con un ritmo quasi funk, Last Child, altra grandissima hit mondiale del gruppo.

Un geniale assolo duetta con il folle vociare di Steven, che danno vita ad atmosfere intramontabili, cariche d'emozione e di passione, come un ultimo urlo lanciato da un anima destinata all'inferno, che si perde nella notte, carica di risentimento e di rabbia



Mama take me home sweet home

i was a last child
just a punk in the street


Si arriva a Rats in the Cellar, un classico pezzo stile Aerosmith, altra splendida esperienza di duetto chitarra/voce tra i Toxic Twins, incredibile pensare che due amiconi come questi si troveranno piu e piu volte al centro di tremende discussioni riguardando il futuro del gruppo (basti pensare alla piu recente di pochissimi mesi fa, novembre/dicembre, in cui Tyler insisteva di essere ancora membro del gruppo, mentre il resto della band negava con vigore)

Insomma, Rats in the Cellar è il classico pezzo incazzato degli Aerosmith, con tutti quegli elementi che ritroveremo nel 1987 in un certo disco chiamato Appetite for Destruction, debutto di un gruppetto di Los Angeles allora poco noto....

Combination è, e rimarrà probabilmente uno dei pezzi piu sottovalutati della storia degli Aerosmith. Se questo dipenda dall'essere inserito in un disco cosi pieno di successi come Rocks o no, non saprei dirlo. Stà di fatto che siamo di fronte ad una di quelle prove che testimoniano la potenza vocale di Tyler come poche altre prima, e dopo.



Degno di nota anche un ulteriore assolo appassionante, ma sono sopratutto le ritmiche, martellanti e taglienti come una motosega, in puro hard seventies.

Sick as a Dog sembra invece un prototipo di quelle power ballad che prenderanno il repertorio Aerosmith a partire dal 1992, nulla da dire in contrario per carità, grande prova vocale.

Ma se permettere, nulla rispetto a ciò che arriva subito dopo.

Nobodys' Fault (-But Mine- per i piu Zeppeliniani)


Lord i must be dreamin'

what else could this be

everybody's screamin'

runnin' for the sea



folle, passionale, carico come una centrale elettrica ad alto voltaggio, Tyler devasta tutto ciò che lo circonda con questo pezzo, un autentico capolavoro di riff azzeccati, ritmi a cadenza perfetti, con un testo apocalittico degno da nuovo testamento, in cui gli Aeorosmith annunciano l'inferno, con conseguente pentimento del mondo, dove nessuno ha colpe, peccato che "Now we're just a little too late!"

Si arriva ad un pezzo che riprende parte delle sonorità Rock & Roll classiche, con qualche spruzzata di boggie funkeggiante di Perry, Get The Lead Out ottima prova da aggiungere al disco, tanto per renderlo piu completo come elaborazione artistica, senza perdere di vista i suoni spaziali e sovraincisi che vanno a scontrarsi e a danzare come non sembrava possibile succedesse, con la buona dose di armonici

Troviamo poi un pezzo un po piu stanco degli altri, Lick And A Promise, veloce pezzo che unisce sonorità classiche di hard '70, dando anche qualche idea su quello che dovrà arrivare nel giro di qualche anno sul panorama mondiale.
L'ultimo pezzo si apre come un blues, prima idea di triste ballata dal sapore amaro, ma che mai sfiora tracce di depressione, con quella passione piena di sogni infranti.

Un capolavoro per chiudere un capolavoro.

Home Tonight

So baby, don't let go

Hold on real tight
'cause i'll be Home tonight

Tonight

Nessun commento: