Ma un giorno, sfogliando una guida dei gruppi, capito alla paina dei Kyuss... e qualcosa cattura la mia attenzione con la stessa forza d'atrazione di un buco nero....quel disco, quel Welcome to Sky Valley datato 1994. Ma non a caso, c'è un elemento ben particolare che mi colpisce.....la copertina. Unica, brillante, semplice, geniale, con quel cielo rosato, un paesaggio oscuro e illuminato solo dai fari di un crtello con la sua emblematica incisione : "Welcome to Sky Valley"
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Subito decisi che quel disco, per quanto alieno mi fosse, meritava di essere ascoltato (complici anche le ottime recensioni che avevo su di loro da parte dei miei amici, e la mia voglia di conoscere meglio la corrente Stoner Rock)
Cosi, nel giro di una settimana il disco era nel mio stereo. E non ha lasciato superstiti.
La partenza a razzo con Gardenia chiarisce già le idee a chi (come me) non sapeva con chi avere a che fare. La chitarra distorta di Josh Homme, accompagnata dalle ritmichedi Brant Bjork (batteria) e Scott Reeder (basso) creano un muro di suono che definirei con il termine "altovolume" quasi coprono John Garcia, ed insieme tengono alto il termine Stoner nel disco, cn splendite trovate sonore, unendo la durezza del metallo alla melodia e l'ipnosi della psichedelia, senza mai abbassare di una tacca gli amplificatori.
Gardenia è la prima traccia della prima delle tre trilogie che compongono il disco, che prosegue con Asteroid, un pezzo che potremmo definire gli Hawkind del '94, e con Supa Scoopa And Mighty Scoop, forse il pezzo piu famoso del gruppo, il brano forse piu duro e devastante del disco, stoner al massimo livello, una vera bomba atomica alla quale non si può sfuggire, si distingueper i cmabi di tempi micidiali che lasciano a bocca aperta chi lo ascolta, in particolare nell'ultima parte della canzone, dove si stenta a riconoscerne la fine, concludendo cosi la prima trilogia.
La seconda si apre con 100°, veloce e pesante pezzo in conformità con gli standard del gruppo, dove trova posto anche un intermezzo funkeggiante, eseguio con la slita abilità di Josh con lo Wah, e che ci porta a Space Cadet, un pezzo acustico, assolutamente geniale, a parere personale, il miglior pezzo del disco, ipnotico e spaziale, definita da alcuni critici come "Asimov in california", e che non stona affatto come definizione, un autentico viaggio mentale attraverso le profondità dello spazio piu remoto, un esperienza unica, che dà piena forma ed espressione al disco, completandolo e donandogli il grado di leggendarietà che lo accompagnerà da li in poi.

E' una svolta sonora notevole, quella ottenuta con questo pezzo, che diventa un autentico calderone di psichedelia senza frontiere.
Ma subito dopo, con Demon Cleaner, altro pezzo di grande riscontro di pubblico, ed sicuramente uno di quelli piu ripresi anche come cover, un buon pezzo di stoner rock, cosi come Odyssey, ancora piu spaziale e pirotecnica della precedente, con un ottima prova per il cantante, assolutamente imperdibile che porta avanti la leggenda del disco, che non risparmia colpi con Conan Troutman, che apre l'ultima parte del disco con una fulminante potenza nella batteria e negli scambi di chitarre distorte di Josh, che le porta ad un orgasmo allucinante, e che riprende subito con N.O. , un altro esempio della grande originalità con cui è forgiato il disco, e che finisce con Whitewater, altra gemma dei Kyuss, che di li a poco sarà ripresa dai gruppi Alternative della seconda metà dei '90, come gli Smashing Pumpkins.
E' un pezzo pesante, ma con una grande musicalità e con i consueti cambi di tempo, veri e propri marchi d fabbrica del gruppo, dove Homme dà prova delle sue abilità soliste, dove gioca con un tira e molla con chi lo ascolta, e... con una Ghost Track poco dopo la fine della canzone, su cui non vi anticipo niente, senza correre il rischio di rovinarvi ilpiacere dell'ascolto.

Quindi dire senza troppi problemi, che Welcome To Sky Valley è un disco a dir poco fondamentale per chi si definisce un ascoltatore serio... e che personalmente giudico una grande prova della genialità musicale di artisti che nonostante i periodi magri (anche se gli anni novanta sono stati la culla del Grunge e dell'alternative seria) riescono a farsi vedere per quello che sono: un gruppo coi conrocoglioni.
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