venerdì 27 agosto 2010

Blackfoot - Highway Song Live

I Blackfoot sono probabilmente uno di quei gruppi che uniscono i fan di varie entità, unendo hard rock '70 al primo heavy metal, ma rimanendo uno dei migliori gruppi di puro Southern Rock, insieme a Lynyrd Skynyrd, Molly Hatchet, Allman Brothers Band e Creedence Clearwater Revival.
La formazione per questo disco comprende Rick Medlocke, voce e chitarra, Jackson "Thunderfoot" Spires alla batteria, Greg T. Walker al basso e Charlie Hargrett alle chitarre ritmiche e solista, e presente il gruppo in uno dei suoi momenti piu alti, non a caso inserito in classifica da Classic Rock tra i 50 live migliori della storia.

La partenza è devastante, con un southern veloce che non lascia prigionieri, Gimme, Gimme, Gimme, e non si ferma nemmeno con Every Man Should Know (Queenie) traccia piu ritmata e con assoli brillanti e pieni di carica blues, con stacchi piu leggeri, giocando su di un tira e molla che va avanti per tutto il pezzo, un grande inizio per questo gruppo che sembra intenzionato a non avere mezze misure per nessuno, e Good Morning suona tanto di Aerosmith in tinta Southern Rock, un ottimo pezzo in puro stile seventies, con tanto di partecipazione attiva del pubblico per i cori, e con una serie di scambi di assoli senza rivali.

I ritmi si appesantiscono con Dry Country e con Rollin' & Tumblin', veloci e martellanti, lasciano il posto a Fly Away, un pezzo un tempo piu simile ad una tranquilla ballad, ci viene presentata in puro stile Arena Rock, uno dei momenti piu alti del disco, nonostante la presenza di Southern si faccia sempre piu labile, i grandissimi assoli bluesy, i ritmi hard e la voce al whisky di Rick Medlocke si fanno onore senza mai perdere colpi.



E senza farci rimpiangere le paludi della louisiana ed il deserto del Texas, tenendo alto il nome del sud con la S maiuscola, con tanto di bandiera confederata, Road Fever è quel perfetto cocktail di hard sudista, e con Trouble in Mind ritorna invece quel blues affogato con Jack Daniel's che tanto ci piace, senza risparmiarsi in improvvisazioni degne dei migliori Hatchet, un pezzo ideale se riuscite ad immaginarvi in sella ad una Harley Davidson, l'autostrada infinita, il deserto in cornice ed un tramonto che tinge di arancione il vostro chiodo sgualcito ed impolverato.

In parole povere, un altro pezzo cardine, tiratissimo sul finire, con un grande tira-e-mollta tra Rick e Charlie, e per i piu tradizionalisti, Train Train rappresenta il massimo in fatto di bluesy per questo disco, un introduzione con armonica, un intro cavalcante di batteria/chitarra, un altra grande prova di riuscire a tenere caldo e partecipe il pubblico, e finalmente una slide guitar, dove i colpi non si risparmiano.

Ed ovviamente, con quale pezzo si può chiudere un disco cosi folgorante? Ovviamente, con la lunga Highway Song, la perfetta conclusione per un autentica calvalcata nelle radici del Southern.
Alcune persona criticano il disco per la mancanza di vero Southern, e lo considerano un prodotto troppo estremo per i loro gusti, ma a mio parere questo disco incarna perfettament quello spirito ribelle e puro da contaminazioni esterne che tanto hanno devastato la buona musica, e penso che tutti debbano pagar tributo, ad un disco cosi grintoso, che nonostante gli anni non perde lo smalto. Nemmeno dopo l'ultima (vera) traccia, Howay the Lads. Per chi ha sperimentato il disco, non occorre altro !

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