giovedì 7 ottobre 2010

The Ramones - It's Alive

Cosa è il punk oggi? Citando Bon Scott, "niente piu che un gruppo di ragazzini che urlano Anarchia e Stupro, ma che alla fine non sanno nemmeno suonare" .

E guardando ai gruppi che ne compongono le file, la descrizione che ne dà Bon è incredibilmente immediata e precisa.
Ma da qualche parte questa gente dovrà pur aver preso l'idea di poter fare musica senza sapere cosa stavano facendo, senza saper suonare e senza capire perchè erano in quella situazione. E l'idea è venuta dalla "santa" trinità del punk delle origini, coloro che avevano preteso con la forza di dire no ai virtuosismi musicali ed alle eccedenze contro cui il rock stava profonando, facendo marcia indietro, e loro, i primi ed i piu puri, questo se lo potevano permettere: gli incompetenti, odiosi, inutili e orribilmente sopravvalutati Sex Pistols, gli agguerriti e feroci Clash, e coloro che piu di tutti riescono ad unire i punk ai rockers di tutto il mondo, i velocissimi, sfrenati, esuberanti e divertenti Ramones!

Nessun gruppo sarebbe mai riuscito a ripetere quella sequenza di power chord senza limiti che prendeva spunti direttamente dal rock'n roll delle origini (i Beach Boys ne sanno qualcosa).


I Ramones nascono alla fine degli anni settanta a New York con la formazione di Johnny Ramone alla chitarra, il gigante Joey Ramone alla voce , Dee Dee al basso ed il carismatico Tommy Ramone alla batteria, la formazione dei primi sconvolgenti album, tra cui cito i due piu importanti, il primo omonimo album "Ramones" ed il capolavoro in studio "Rocket To Russia".

Ma per assaporare al massimo la loro potenza, i Ramones hanno all'attivo di questa formazione hanno un autentico gioiello in sede live, ed è proprio questo It's Alive!

Registrato la sera di capodanno del 1977, a Londra, questo disco contiene il gruppo alla sua massima potenzialità, con un scaletta incredibilmente lunga (ben 28 pezzi per un solo disco) e completativa.

La partenza non risparmia nessuno con Rockaway Beach, che apre le danze dopo l'attacco "one-two-three-four.." che si ripeterà pressochè sempre durante il disco.

Descrivere ogni singolo pezzo di questo disco è un impresa del tutto vana, perchè credo che tutti possiamo affermare che i Ramones non hanno mai brillato per originalità compositiva, e si tratta perciò di pezzi di purissimo Punk Rock, che consiste in una rivisitazione del rock'n roll dei 50, condito con la lezione dell'hard'n heavy dei primi settanta, con canzoni veloci, che entrano subito in contatto col favore del pubblico, grazie a testi attinenti alle problematiche sociali di quasi tutti i ragazzi di quel periodo, trattati con ingenua enfasi e con inni da stadio unici nel loro genere.

La scaletta lascia poco a pensare: Bltzkrieg Bop è la punta di diamante del gruppo, con quel tormentone di "Hey-Ho-LET'S GO!" che tanto galvanizzava i fan di tutto il mondo, con il riff di Johnny forse piu coosciuto ed imitato, Sheena Is A Punk Rocker, un altro pezzo che entra di diritto nei classici della band, Commando, una specie di colonna sonora per il Vietnam (alla quale, ahimè, Johnny si dichiarerà molti anni piu tardi, favorevole, lodando inoltre il partito repubblicano ed il Presidente George W. Bush. Nessuno è perfetto),

Surfin Bird, il pezzo cover dei The Trashmen, con l'epica "Don't you know, about the bird, everybody knows the bird is the word?", la colossale Cretin Hop, traccia di apertura del loro capolavoro, Rocket To Russia, Chainsaw e California Sun, che presenta qualche cambiamento interessante negli stacchi, la cover dei Beach Boys, Do You Wanna Dance, dove piu che mai sono evidenti le radici dell'America anni 50 che i Ramones mostrano 30 anni dopo, quando ormai l'età del conformismo post bellico era storia, e l'ombra della grande bomba rossa si affacciava prepotentemente nella vita di tutti gli Stati Uniti, dando inizio alla Rivoluzione dei '60, e che da li a poco avrebbe incontrato il suo degrado con la fine dei 70, e dove i Ramones reclamavano il loro posto in cima alle vette discografiche.

E sono ancora tantissime (troppe!) le canzoni che meritano di essere ascoltate in questo disco (prendiamo Judy is a Punk e We're a Happy Family solo per citarne alcune), ma è innegabile come il riuscire ad ascoltare l'intero disco tutto d'un fiato sia un impresa degna di nome, ma che almeno una volta nella vita bisogna sperimentar
Insomma, in questo disco, i Ramones hanno racchiuso per intero il loro lavoro là dove meglio gli riusciva: davanti al loro regno di giubbotti borchiati e jeans attillati !

E coe sempre...

GABBA GABBA HEY!

sabato 2 ottobre 2010

Quatermass - Quatermass

Avete presente quando sfogliate libri o riviste musicali e vi cade l'occhio su di una foto che vi rapisce fin dal primo istante? Bè, talvolta mi è capitato, e per i Quatermass, è una di queste occasioni.
Stavo leggendo un libro della collana Atlanti Musicali della Giunti, il volumetto sul Progressive Rock, e sfogliando, arrivo ad una mega foto divisa in due pagine che introduce il secondo capitolo, dedicato ai gruppi minori.


La foto, colpisce subito per l'impatto dei colori tendenti verso il grigio, e rappresenta un gruppo di pterodattili che volano in mezzo a ciò che sembrano due grattacieli scagliati verso il cielo (ma che potrebbero essere benissimo tutt'altro), ed è firmata dalla intramontabile Hipgnosis, lo studio fotografico autore delle copertine della maggior parte dei dischi dei Led Zeppelin (da Houses of The Holy in su), dei Floyd (la prossima volta che vi chiederete di chi sia stata l'idea del prisma, della mucca e dell'uomo in fiamme andate a rivedrvi questi ragazzi) degli UFO, ELP, Genesis, AC/DC e tanti altri ancora.

Basta uno sguardo, e già decido di approfondire. Ricerco allora sul libro gli autori di quel disco, e li trovo: Quatermass.

E da li, la curiosità non ha accennato a smorzarsi. Il gruppo infatti risultava composto da soli tre elementi, com per gli ELP, e che avessere lasciato ai posteri unicamente un disco (Quatermass II non contiene che il batterista Mick Underwood della formazione originale, ed è pubblicato oltre 20 anni dopo il primo, ben dopo lo slpit off del gruppo.

Inutile dire che i passi successivi sono stati solo due: Procurarmi il disco ed ascoltarlo.

I Quatermass, composti da John Gustafson, basso e voce, Pete Robinson, tastierista ed il già citato Mick Underwood alla batteria, si uniscono e pubblicano questo disco nel 1970, forgiando una lega di Hard Rock e progressive che ricorda una possibie fusione tra Deep Purple e ELP.

La prima traccia è una sorta di introduzione (Entropy) ed è una sinfonia visionaria e sognatrice in cui risaltano gli organi di Pete e il basso condito di wah wah di Gustafson, ma precipita ben presto in un frenetico stacco di sintetizzatori, poi il terreno viene battuto nuovamente dalle tastiere, ed infine la batteria apre le danze con un ritmo martellante e sostenuto, regalandoci Black Sheep Of The Family, uno dei pezzi piu brillanti ed esaltanti del disco, che in tutta la sua ideologia giovanie non cade mai nel banale, ed anzi, riesce ad essere espressiva ed originale, tanto che persino i Rainbow di Ritchie Blackmore la coverizzeranno nel loro primo disco, in una versione, che seppur gradevole, non raggiunge i livelli di questa creazione originale.

Il secondo pezzo, Post War Saturday Echo, si apre ancora una volta con un introduzione di organi dal sapore epico e monumentale, ma lascia presto spazio ad un pezzo che ha piu (ma molto piu) del blues che del progressive, è una straziante visione di una realtà devastata, un pezzo dove il delay ha un ruolo cardine, ed è, a mio parere, il pezzo piu interessante e meglio riuscito di tutto il disco, una vera e propria combinazione di tempi e generi, una fusione di progressive spermentale e blues elettrico senza precedenti, che non lascia prigionieri. Epico.

Il pezzo successivo è Good Lord Knows è invece piu orientato verso un folk dallo stile sacro, quasi fosse una preghiera, e ci manca veramente poco, dove i sintetizzatori non si risparmiano, ed è senz'altro gradevole anche questo tutto forchè scontato e piatto, anche se si tiene in un piano piu rilassato che i prezzi precedenti, ma niente paura, Up On The Ground riprende in pieno le sonorità piu Hard Rock che possiate desiderare, e non si risparmia in potenza, ed è in questo pezzo che Mick Underwood e John Gustafson tirano fuori le loro abilità musicali che non hanno nulla da invidiare ad altri musicisti loro contemporanei, ed anche qui una buona dose di stacchi di tempi e ritmi ci tengono col fiato sospeso, cosi come Gemini, che spazia liberamente dall'Hard al progressive piu spaziale e poetico, e risultano addirittura avanti con gli anni rispetto al resto del nascente Progressive di quegli anni. Personalmente, temo che sarebbero stati in pochi a poter rivaleggiare con un gruppo del genere.

Make Up Your Minde parte purtroppo come un mezzo passo falso, lasciandosi indietro quegli arrangiamenti che fanno la differenza del disco e lasciandosi andare, quasi affossandosi, ma riprende presto quota e ripristina la grandezza che ci si aspetta, con una grande presenza dell'organo, e che diventa un autentica jam progressive dopo i tre si lasciano completamente andare all'improvvisazione in un pezzo che trasuda abilità da tutte le parti e non lascia spazio alle diffidenze.


In Laughin' Tackle abbiamo quello che è forse il pezzo piu ELPiano, piu progressive in assoluto, e dove ritroviamo un ulteriore dimostrazione delle abilità di improvvisazione. Questa volta a fare da padrone nella seconda parte del brano è Mick Underwood, che martella la sua batteria con l'abilità, la maestria e la furia di un intera sezione ritmica, che non stanca e non smentisce le aspettative, e si mantiene alto grazie anche alla presenza di un intera sezione di archi, tra violini, viole, violoncelli e contrabbassi ci portano avanti nel futuro di 10 anni, anticipandoci quella che sarà la musica del domani.

Ed a chiudere il disco orginale è la seconda, melodia parte di Entropy (Reprise), ma per chi avesse (come il sottoscritto) la ristampa in cd, ci sono altre due tracce, la rockeggiante One Blind Mice, che non risparmia colpi e riporta i ritmi al defibrillatore del lato piu Hard, e Punting, la piu eccentrica e visionaria delle tracce, piena di effetti di condimento, come wah per il basso, assolutamente assurdo e geniale, da non perdere per niente al mondo.

Un disco, in conclusione, che è una piccola gemma del Progressive Rock, anzi, un autentico Cult,

che consiglio vivamente a tutti, e nel caso vogliate dare un ascolto a qualhe canzone prima di convincervi, provate Up to The Ground e Post War Saturday Echo, non potete sbagliare.

Per saziare la curiosità di tutti, infine, accenno a ciò che è stato il futuro dei membri del disco dopo lo scioglimento: John Gustafson ha continuato a lavorare come session man per artisti e gruppi come Roxy Music e Ian Gillan Band, stesso destino per Mick Underwood, che oltre ad aver pubblicato dei dischi da solista, ha dato luce al sopracitato Quatermass II, mediocre Hard Progressive, e per Pete Robinson.

Buon ascolto gente.