sabato 2 ottobre 2010

Quatermass - Quatermass

Avete presente quando sfogliate libri o riviste musicali e vi cade l'occhio su di una foto che vi rapisce fin dal primo istante? Bè, talvolta mi è capitato, e per i Quatermass, è una di queste occasioni.
Stavo leggendo un libro della collana Atlanti Musicali della Giunti, il volumetto sul Progressive Rock, e sfogliando, arrivo ad una mega foto divisa in due pagine che introduce il secondo capitolo, dedicato ai gruppi minori.


La foto, colpisce subito per l'impatto dei colori tendenti verso il grigio, e rappresenta un gruppo di pterodattili che volano in mezzo a ciò che sembrano due grattacieli scagliati verso il cielo (ma che potrebbero essere benissimo tutt'altro), ed è firmata dalla intramontabile Hipgnosis, lo studio fotografico autore delle copertine della maggior parte dei dischi dei Led Zeppelin (da Houses of The Holy in su), dei Floyd (la prossima volta che vi chiederete di chi sia stata l'idea del prisma, della mucca e dell'uomo in fiamme andate a rivedrvi questi ragazzi) degli UFO, ELP, Genesis, AC/DC e tanti altri ancora.

Basta uno sguardo, e già decido di approfondire. Ricerco allora sul libro gli autori di quel disco, e li trovo: Quatermass.

E da li, la curiosità non ha accennato a smorzarsi. Il gruppo infatti risultava composto da soli tre elementi, com per gli ELP, e che avessere lasciato ai posteri unicamente un disco (Quatermass II non contiene che il batterista Mick Underwood della formazione originale, ed è pubblicato oltre 20 anni dopo il primo, ben dopo lo slpit off del gruppo.

Inutile dire che i passi successivi sono stati solo due: Procurarmi il disco ed ascoltarlo.

I Quatermass, composti da John Gustafson, basso e voce, Pete Robinson, tastierista ed il già citato Mick Underwood alla batteria, si uniscono e pubblicano questo disco nel 1970, forgiando una lega di Hard Rock e progressive che ricorda una possibie fusione tra Deep Purple e ELP.

La prima traccia è una sorta di introduzione (Entropy) ed è una sinfonia visionaria e sognatrice in cui risaltano gli organi di Pete e il basso condito di wah wah di Gustafson, ma precipita ben presto in un frenetico stacco di sintetizzatori, poi il terreno viene battuto nuovamente dalle tastiere, ed infine la batteria apre le danze con un ritmo martellante e sostenuto, regalandoci Black Sheep Of The Family, uno dei pezzi piu brillanti ed esaltanti del disco, che in tutta la sua ideologia giovanie non cade mai nel banale, ed anzi, riesce ad essere espressiva ed originale, tanto che persino i Rainbow di Ritchie Blackmore la coverizzeranno nel loro primo disco, in una versione, che seppur gradevole, non raggiunge i livelli di questa creazione originale.

Il secondo pezzo, Post War Saturday Echo, si apre ancora una volta con un introduzione di organi dal sapore epico e monumentale, ma lascia presto spazio ad un pezzo che ha piu (ma molto piu) del blues che del progressive, è una straziante visione di una realtà devastata, un pezzo dove il delay ha un ruolo cardine, ed è, a mio parere, il pezzo piu interessante e meglio riuscito di tutto il disco, una vera e propria combinazione di tempi e generi, una fusione di progressive spermentale e blues elettrico senza precedenti, che non lascia prigionieri. Epico.

Il pezzo successivo è Good Lord Knows è invece piu orientato verso un folk dallo stile sacro, quasi fosse una preghiera, e ci manca veramente poco, dove i sintetizzatori non si risparmiano, ed è senz'altro gradevole anche questo tutto forchè scontato e piatto, anche se si tiene in un piano piu rilassato che i prezzi precedenti, ma niente paura, Up On The Ground riprende in pieno le sonorità piu Hard Rock che possiate desiderare, e non si risparmia in potenza, ed è in questo pezzo che Mick Underwood e John Gustafson tirano fuori le loro abilità musicali che non hanno nulla da invidiare ad altri musicisti loro contemporanei, ed anche qui una buona dose di stacchi di tempi e ritmi ci tengono col fiato sospeso, cosi come Gemini, che spazia liberamente dall'Hard al progressive piu spaziale e poetico, e risultano addirittura avanti con gli anni rispetto al resto del nascente Progressive di quegli anni. Personalmente, temo che sarebbero stati in pochi a poter rivaleggiare con un gruppo del genere.

Make Up Your Minde parte purtroppo come un mezzo passo falso, lasciandosi indietro quegli arrangiamenti che fanno la differenza del disco e lasciandosi andare, quasi affossandosi, ma riprende presto quota e ripristina la grandezza che ci si aspetta, con una grande presenza dell'organo, e che diventa un autentica jam progressive dopo i tre si lasciano completamente andare all'improvvisazione in un pezzo che trasuda abilità da tutte le parti e non lascia spazio alle diffidenze.


In Laughin' Tackle abbiamo quello che è forse il pezzo piu ELPiano, piu progressive in assoluto, e dove ritroviamo un ulteriore dimostrazione delle abilità di improvvisazione. Questa volta a fare da padrone nella seconda parte del brano è Mick Underwood, che martella la sua batteria con l'abilità, la maestria e la furia di un intera sezione ritmica, che non stanca e non smentisce le aspettative, e si mantiene alto grazie anche alla presenza di un intera sezione di archi, tra violini, viole, violoncelli e contrabbassi ci portano avanti nel futuro di 10 anni, anticipandoci quella che sarà la musica del domani.

Ed a chiudere il disco orginale è la seconda, melodia parte di Entropy (Reprise), ma per chi avesse (come il sottoscritto) la ristampa in cd, ci sono altre due tracce, la rockeggiante One Blind Mice, che non risparmia colpi e riporta i ritmi al defibrillatore del lato piu Hard, e Punting, la piu eccentrica e visionaria delle tracce, piena di effetti di condimento, come wah per il basso, assolutamente assurdo e geniale, da non perdere per niente al mondo.

Un disco, in conclusione, che è una piccola gemma del Progressive Rock, anzi, un autentico Cult,

che consiglio vivamente a tutti, e nel caso vogliate dare un ascolto a qualhe canzone prima di convincervi, provate Up to The Ground e Post War Saturday Echo, non potete sbagliare.

Per saziare la curiosità di tutti, infine, accenno a ciò che è stato il futuro dei membri del disco dopo lo scioglimento: John Gustafson ha continuato a lavorare come session man per artisti e gruppi come Roxy Music e Ian Gillan Band, stesso destino per Mick Underwood, che oltre ad aver pubblicato dei dischi da solista, ha dato luce al sopracitato Quatermass II, mediocre Hard Progressive, e per Pete Robinson.

Buon ascolto gente.

2 commenti:

Iardo ha detto...

bravo gabriè scritto molto bene e grandi quatermass!! le mie preferite laughing tackle, post war e make up your mind nella parte strumentale

steve the rock ha detto...

Get a Life!