venerdì 8 luglio 2011

The Black Crowes - Castello di Vigevano (7/7/2011)

Cosa succede quando i Lynyrd Skynyrd suonano i Led Zeppelin e si muovono sul palco come fossero gli Aerosmith? Nascono i Black Crowes, è ovvio.
Credo che il gruppo di Atlanta non abbia bisogno di presentazioni per nessuno, ma tanto per riassumere ai meno esperti, i Black Crowes sono il piu importante gruppo della rinascita del southern rock degli anni '90, che muove i primi passi prendendo ispirazione dai Rolling Stones, i canti alcolici di Steve Marriott, il blues sanguigno del sud e il funk di Sly Stone, e che trova subito con l'esordio discografico del 1990 , l'album Shake Your Mon
ey Maker, un grande riscontro positivo sia di critica che di pubblico. Dopo vent'anni, la strada dei corvi neri è sempre tutta in discesa, con una produzione discografica sempre e
ccellente, e potendo vantare capolavori in studio come Amorica, The Southern Harmony And Musical Companion, Before The Frost....until The Freeze, ed altrettanti grandi dischi live come Freak'n Roll Into the Fog, Warpaint Live, ed il Live At the Greek realizzato con la partecipazione del Dio del rock, Jimmy Page.
Il concerto di ieri sera si è svolto nei pressi
di milano, al Castello di Vigevano, durante la rassegna culturale "10 giorni suonati" , che ha visto tra gli altri, i Primus e i Black Country Communion.
Siamo arrivati nel parco del concerto intorno alle sette e mezza, ma sul palco non si è mosso niente fino alle nove e mezza passate.
Prima dell'esibizione dei corvi, sul palco si è presentata con grande classe e bravura, la Paolo Bonfanti Band, gruppo italiano guidato dal leader genovese, e che ha suonato un repertorio blues molto ben scelto, variando da pezzi piu lenti e carichi di intensità, ad altri piu rock'n roll e divertenti, mostrando sempre una grande e raffinata tecnica, sfoderando due telecaster modificate (una con un p90 Gibson e leva vibrola) ed un gruppo spalla di tutto rispetto. Consiglio vivamente a tutti i fan di blues di ricercare questo grande autore italiano, che dimostra ancora una volta, quanti talenti ci siano nel panorama italiano, e quanto questi vengano troppo spesso messi in ombra.

Intorno alle dieci e mezza, quando ormai la notte si è stesa sul palco, e le zanzare hanno cominciato a divorare noi poveri spettatori, una folla in delirio accoglie con un autentica standing ovation Chris Robinson, seguito dal fratello Rich (chitarra), il North Mississippi Allstars, Luther Dickinson (chitarra), Adam MacDougall (tastiera), Sven Pipien (basso) ed il terzo membro fisso da oltre 20 anni, Steve Gorman (batteria).
Si parte con Sting Me, ed è subito un sogno, con un esecuzione fantastica di 11 pezzi, tra cui le splendie Jealous Again, Oh Josephine, Hard To Handle e She Talks To Angels, presentando una track list da antologia, che comprende tutto il periodo crow, dal primo disco fino ai piu recenti Warpaint e Before the Freeze.
Il gruppo era assolutamente carico, sfoderando Gibson Sg, Dot, Fender Stratocaster e Bassi Rickenbaker, con orge chitarristiche e jam interminabili, con una grande compattezza ed un energia che non si vedeva da tempo, con un Chris Robinson preso a metà tra il grande Lebownski e Gesù, ed una presenza scenica impeccabile.
Bellissimo inoltre, il bis di Remedy, il pezzo che piu simboleggia lo stile hard'n roll sudista del gruppo.
Insomma, un concerto in cui si ha l'impressione di essere tornati indietro negli States degli anni settanta, insieme ad un pubblico che contava tra gli altri inglesi e francesi , accumunati dall'amore per una musica che non morirà mai, e che si riconoscono come fratelli e sorelle, senza distinzioni di sorta.