E allora dico che l'Austria stà bruciando, perchè è da li che arrivano i Solrize, nuovo baluardo di difesa dello stoner rock piu autentico e psichedelico.
Il gruppo ha all'attivo due album, March Of The Maraboo del 2008 e Mano Cornuta in uscita in questi mesi, realizzato sotto la supervisione del mentore Scott Reeder, ex bassista dei Kyuss.
Il gruppo è formato da Elvis Nine alla voce, Mike Groeger alla batteria, Hoss al basso e Marco alla chitarra (Una replica di liuteria della Ovation Ultra GP di Josh Homme, tanto per mettere in chiaro le influenze musicali della band).
Lo Scenario del concerto invece è stato lo Swamp Club di Massa, un locale di recente apertura che ha ridato le speranze a chi le discoteche non le regge proprio, portando ogni settimana gruppi dal vivo e dove è possibile godere di un vasto repertorio musicale che fà da colonna sonora (Si và dai Led Zeppelin ai Queens of The Stone Age, passando per Nirvana, Smashing Pumpkins, Punk di ogni levatura e metal di tutti i tipi)
I Solrize hanno offerto uno spettacolo notevole, prendendo pezzi da tutti e due gli album, ma concentrandosi sul secondo, dedicato alla memoria del compianto Ronnie James Dio (il titolo Mano Cornuta dovrebbe ricordarci qualcosa) .
Il suono grintoso e fuzzoso del gruppo è, nonostante le ovvie derivazioni Kyussiane, molto distintivo e accattivante, risultando come una fusione tra il Kyuss sound e quello dei Danzig piu cupi, e mentre il secondo disco risulta piu melodico, il primo si presenta piu sporco e grezzo (probabilmente è per questo che lo preferisco!)
Il gruppo si è presentanto estremamente disponibile, concedendomi una buona conversazione col chitarrista Marco (che tra l'altr, mi ha permesso di provare la splendida chitarra) e mi ha raccontanto dei mesi di registrazione a fianco di Reeder, persona che stando alle sue parole, è estremamente gentile e ben disposta, avendoli ospitati nel suo ranch nel deserto, e che ha inoltre partecipato nell'unico pezzo acustico dei due album, "La Casanpulga", una sorta di nostalgica continuazione del discorso iniziato con Space Cadet tanti anni prima nei Kyuss.
Amareggiati dal poco pubblico presente, i Solrize non si sono però persi d'animo ed hanno suonato con una passione difficile da trovare oggi, dimostrando di saper ben usare riff taglienti ed assoli jammati e conditi da effetti psichedelici capaci di trasmettere tanta atmosfera.
Speriamo tutti in un ritorno del gruppo ed aspettiamo un terzo album o magari, chissà, un bel Live in grado di render giustizia alla valenza dei 4.
Il sottoscritto insieme al chitarrista Marco (a destra) |
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