L'album "Jazz" del grandissimo gruppo britannico è forse uno degli album più sottovalutati nella storia del Rock. Un peccato, perchè pur non essendo uno dei migliori lavori dei Queen, è sicuramente quello che tende di più all'Hard Rock. Quando uscì (1978) venne molto accusato dalla critica di essere un album volgare, commerciale e persino "fascista". Tutte stupidaggini: i Queen semplicemente in questo album hanno giocato moltissimo sull'autoironia per sminuire tutti i "miti" del rock, creando un album discreto e piacevole.
La copertina riprende un murales visto dal gruppo sul muro di Berlino. Evidentemente i quattro furono molto colpiti da esso, tanto da ritenerlo meritevole della copertina.
Ma parliamo dei brani.
-La prima traccia, Mustapha, è un brano in tre diverse lingue, con sonorità hard rock alternate ad atmosfere orientali. Un brano molto originale, in cui Brian May suona in maniera ottimale.
-Dopo Mustapha, troviamo Fat Bottomed Girls, uno dei singoli estratti dall'album. Testo strano e se vogliamo banale (una canzone sulle ragazze col sedere grosso quanto può essere seria?), ma canzone ottima nell'insieme, una sorta di marcia rock.
-L'album continua con Jealousy, una ballata lenta, tipica dei Queen. Molto probabilmente una delle migliori ballate del gruppo.
-Arriviamo poi a Bycicle Race. Ci furono due video musicali di questa canzone, uno dei quali censurato, mentre l'altro venne comunque fortemente criticato per la presenza di donne nude che gareggiano in una gara di biciclette. E' forse a causa di questo pezzo "scandaloso" se l'album venne criticato aspramente (non solo per il video, ma anche per il testo: "Tu dici coca, io dico ina" eccetera), ma è nettamente un pezzo degno dei migliori Queen.
-Giungiamo dunque a If You Can't Beat Them, del bassista John Deacon. Pezzo spensierato ma rock al punto giusto, si fa ascoltare piuttosto piacevolmente.
-Passiamo ora a Let Me Entertrain You, una delle canzoni più trascinanti dei Queen e del panorama rock. Nei Live Freddie dava il meglio di se su questo pezzo. In assoluto un grandissimo brano che tutti dovrebbero conoscere.
-E ancora, Dead On Time, pezzo scritto da May (e si sente!). Pezzo veloce, May va a tutta birra, come anche Freddie, con un cantato rapido e frenetico. Altro pezzo stupendo.
-Ancora un pezzo di Deacon ci attende, In Only Seven Days, un brano lento e di poco spessore se comparato coi pezzi più rockeggianti dell'album. Comunque, un buon brano, che crea un bel feeling.
-Ed eccoci all'unico brano con parvenze Jazz dell'album: Dreamer's Ball. Un brano semplice, spensierato, che si discosta dai precedenti. Un brano che nell'insieme funziona e piace.
-Ma Roger Taylor aveva avvisato: nei Queen ci dovrà essere anche della disco music. Ed è con questo pezzo, Fun It, che si fa sentire. Per quanto possa sembrare, questo brano cantato da Freddie e Roger, funziona. Anche se si è dei puristi del rock, è innegabile che sia un ottimo pezzo, per quanto adatto anche alla massa di ascoltatori "commerciali". Se tutta la disco music fosse stata così...
-Continuiamo con un altro pezzo lento, Leaving Home Ain't Easy. Musicalmente non è niente di più dei pezzi soft analizzati prima, ma è probabilmente il più importante a livello di tematica: il brano parla infatti di quanto sia difficile lasciare la propria casa quando non si ha altra scelta.
-Arriviamo quindi al pezzo più famoso estratto da questo album: Don't Stop Me Now. Tipico esempio di Rock 'n' Roll melodico, dove Freddie dimostra tutta la sua bravura. Pezzo impossibile da odiare (anche se c'è da dire che l'orda di pseudo-fan dei Queen, che conoscono giusto tre pezzi, mette a dura prova i veri fan).
-E' con tristezza che devo scrivere che l'album si chiude in maniera orrenda. Vi è infatti un altro brano, No More Of That Jazz, che altro non è che un brano simil hard rock composto da Taylor, in cui vengono poi ripresi pezzi dagli altri brani dell'album. Decisamente di cattivo gusto, specie se pensiamo che l'album non era affatto scarno di brani, anzi.
Per concludere, Jazz venne subito accantonato da quasi tutti a causa delle critiche, ma analizzandolo attentamente ci possiamo accorgere che è un ottimo lavoro della band britannica, e possiamo affermare in tutta tranquillità che chiuse lo splendido periodo anni 70 dei Queen, che ritroveremo poi negli anni 80 con l'album The Game.
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