lunedì 18 gennaio 2010

Iron Butterfly - In A Gadda Da Vida


Classico disco della scena Acid Rock degli anni '60 per la band di San Diego Iron Butterfly. Celebrado e idolato piu di quanto meritasse, questo disco è stato il piu grande successo dell'Atlantic Records prima dell'avvento del dirigibile Zeppelin (Led Zeppelin).

Il titolo, che dà nome all'ultimo pezzo del disco, è una storpiatura da alcolici ad opera del cantante e polistrumentalista Doug Ingle, della frase "In The Garden Of Eden".

L'apertura è della simpatica Most Anyting you Want, pezzo di classica psichedelia anni sessanta della Bay Area californiana. Sicuramente ascoltata sotto effetto di droghe pesanti fà un altro effetto.

A seguirla, Flowers and Beads, tranquillo pezzo dominato dalla voce e dall'organo di Doug, che esprime atmosfere che sembrano uscite da una chiesa, con tanto di cori angelici.

Il terzo pezzo risplende già di piu sugli altri, My Mirage, altra storpiatura psichdelica, con chitarre acidissime, e con un organo meglio calibrato, in questa traccia, Ingle riesce a creare un armonia migliore tra la voce e il suo strumento, dando suggestività e affascinando.

Termination sembra invece una classica hit pop da trasmettere in due minuti da una stazione radio o TV, inacidita e migliorata dalle melodie dei Butterfly. Un buon pezzo, ma nulla di piu.

Are you Happy presenta già di piu un miglioramento delle composizioni, ma senza sprecarsi piu di tanto. La ricetta rimane quella dei precedenti singoli, ma di sicuro, gli iron Butterfly non ci sono stati piu di tanto nel registrarla.

Ma finalmente, quando ci sembra di aver sprecato i soldi, ecco arrivare In A Gadda da Vita, coi suoi 17 minuti di follia psichedelica.

Nell'introduzione il pezzo sembra un normalissimo pezzo acido come lo erano gli altri, seppure con una chitarra piu presente e meglio composta, ma subito dopo si parte con una lunga serie di assoli liberi, che sembrano li lamento sofferente di qualche animale piombato da un angolo remoto di qualche satellite di Saturno.

Si arriva poi ad un lungo intermezzo di tamburi, suggestivi ed ipnotici, lenti e ben scanditi, costantemente martellanti, che d'un tratto entrano in duetto con le tastiere, affascinanti e terrificanti, ci regalano forse il pezzo migliore della canzone, e sono sicuro che sotto LSD le sorprese non sarebbero pocheriascoltando il pezzo.

Ed ecco che lentamente, tastiere e tamburi si fanno piu frenetici, affiancati da basso e chitarra, piombando nuovamente nella parte iniziale della canzone, riprendendo In a Gadda Da vida.....

, fino ad arrivare alla fine della canzone, in un ultimo sussurante pezzo di organi.

Insomma, disco nella media, nulla di cosi importante come viene spesso suggerito dalla critica mondiale, ma che per il valore della title track riacquista qualche punto. In conclusione, se non trovate di meglio, ascoltatevelo e godetevelo finchè potete.

sabato 16 gennaio 2010

T.Rex - Electric Warrior


Maestoso, allucinante, seducente e pieno di riflessione, Marc Bolan porta i suoi T.Rex all'apice con questo capolavoro del rock britannico, classe 1971.


A marzo di quell'anno, Bolan si armò di chitarre acustiche, imbottito dei suoi testi, frutto di piu e piu trip allucinogeni, insieme a Steve Currie al basso, Mickey Finn ai tamburi e Bill Legend alla batteria, e ne uscì a giugno portandosi dietro Electric Warrior, mix di quella musica hippy a cui aveva dato vita Marc Bolan, sintetizzatori aggiunti in sovraincisioni e cori sessuali in grado di catturare chiunque si avventuri nell'ascolto del disco.


La copertina, mostrante un Bolan in assetto da battaglia, appunto, l' "electric warrior" del titolo, di cui solo i contorni sono rappresentati, attraverso una scarica elettrica, scagliata su uno sfondo nero, frutto del gruppo di deseign Hipgnosis, famoso per le affascinanti ed inquietanti copertine di gruppi come Led Zeppelin, Pink Floyd e UFO.


Il disco, che è considerato da molti, se non da tutti, il capostipite del Glam Rock (quello ancora con un senso di vita, non la sua successiva degenerazione, che sarebbe sfociata anni dopo in fenomeni da circo del Glam Metal, tra cui spiccano Twisted Sister e Poison, solo per citarne due), si apre con Mambo Sun, tirando al massimo i bassi del gruppo, dove la sezione ritmica basso/bonghi e costante e ipnotica, lasciando alla chitarra elettrica un ruolo meno di rilievo, ma che si fa sentire alla grande, con il suo suono estremizzato, mentre Marc dà un assaggio di se.


Segue il capolavoro assoluto dei T.Rex: Cosmic Dancer. Malinconica, sognatrice, il pezzo che trascina chi la ascolta nello spazio della psichedelia, in un limbo di sonorità melodiche.


Jeepster invece ci dà un idea piu elettrica del suono di Bolan e soci, con un sound piu allegro, per poi ricadere nella malinconia sognatrice di Monolith, dove tra uno spruzzo di acidità di chitarra ed un coro di giovani coriste, si fa largo un Blues inglese che non risparmia distorsioni Wah Wah.


Ancora un po di blues, stavolta con una chiara ripresa dei tempi del delta del Mississippi, con qualche spruzzo di influeza britannica presa dal tamigi.


E qui si riaffaccia uno dei capolavori assoluti, Get It On, con Rick Wakeman alle tastiere, questo pezzo presenenta il timrbo vocale di Bolan, dove la sua perversione seduttiva viene tirata fuori da ogni parola che esce dalle sue labbra.


"you're dirty sweet and you're my girl

get it on, bang the gong, get it on"


Planet Queen riporta il disco su binari piu acustici, con un testo che fa rabbrividire, carico di immagini visive psichedeliche e deliranti, passando poi per Girl e The Motivator e Rip Off, si arriva all'ultima gemma del disco, Life's A Gas, carica di cinismo e con una visione demoralizzante del mondo e della vita, un pezzo acustico in puro stile Marc Bolan, quasi un seguito di Cosmic Dancer.

Insomma, il disco dei dischi per i T. Rex, assolutamente imperdibile.


Bang a Gong (Get it On)

Tom Petty - Tom Petty & The Hearthbreakers


Classe 1976, Tom Petty mostra le palle con il suo debutto accanto agli Hearthbreakers, con un repertorio quasi interamente composto da lui e dal chitarrista Mike Campbell.

Con una formazione a 5, polistrumentalista, Tom Petty, biondo cantante/chitarrista del sud, si intromette nel panorama musicale del 1976, invaso da Hard Rock al suo apice, punk agli albori, Disco Music e Funky. Il disco, inizialmente, è un fiasco, a causa delle sonorità troppo soft per i Punk, e con accenni troppo ricercati per la nuova generazione che farà esplodere gli Iron Maiden 4 anni dopo.

Il disco, presenta quello che sarà il sound tipico che accompagnerà Tom Petty per tutta la sua carrira, unendo un folk rock, chiaramente di ispirazione Bob Dylaniana (difficilmente sarebbe esistito Tom Petty senza un Bob Dylan da qualche parte, e, ironicamente, pochi anni dopo i due si sarebbero ritrovati insieme a George Harrison e Roy Orbison per formare il supergruppo Traveling Wilburys), insieme a un sound Blues, preso dal sud degli Stati Uniti.

L'apertutra è con Rockin' Around With You, dove si fà subito sentire il particolarissimo suono del mix di chitarre di Petty e Campbell, e non si risparmiano i colpi per le qualità canore. Breakdown invece, è marcatamente piu Blues, quasi chiamata a fare da colonna sonora per un viaggio in autostrada attraverso i deserti degli USA.

The Wild One Forever, riprende effetti piu acustici, scanditi da una potente sezione ritmica, dominata dal batterista Stan Lynch, mentre si sposta sull'elettrico con Anything That's Rock 'n Roll, dove la voce del giovane spezzacuori espolde con una carica a tempo, lasciando poco virtuosismo al compagno di sei corde Mike Campbell, affidandosi sempre piu all'eficacia della sezione ritmica e all'energia e alla passione, piuttosto che a tecniche assurde, che alla fine fanno venire le palle piene anche a chi le suona.

Mystery Man riprende le caratteristiche di una ballata anni 70, pronta per essere suonata in un locale di provincia, accompagnando una birra fredda.

Un tocco di blues malinconico esce da Luna, insieme ad un efficace e sospirante tastiera, passando poi per pezzi come Hometown Blues e Strangered In the Night, si arriva al grande Hit radiofonico che fece esplodere il disco pochi mesi dopo, American Girl, ancora riproposta da molte stazioni radiofoniche. E' questo il Tom Petty che conquisterà l'inghilterra e gli Stati Uniti nel giro di pochi anni, ed esprimendo al massimo la portata delle sonorità da lui prodotte.

martedì 5 gennaio 2010

Michael Schenker

Classe 1955, biondo, alto e col sangue dei teutoni che scorre come birra ad un oktober fest. Michael Schenker, fratello del chitarrista ritmico dei piu famosi (ma meno capaci) Scorpions, Michael è il fratello minore di Rudolf Schenker, e inizia a suonare a 12 anni dopo che al fratello maggiore viene regalata una chitarra elettrica.


Michael comincia fin dall'inizio a studiare assoli di pezzi di Clapton, Page, i Beatles e di tutta la prima ondata della British Invasion, e fonda rapidamente un primo gruppo, ma è a 16 anni che le cose si fanno serie, quando Michael entra, insieme al suo cantante, un ancora acerbo Klaus Meine, nel gruppo di Rudy, gli Scorpions. Michael si rivela subito un enfant pròdige della chitarra elettrica, utilizzando inizialmente una Gibson Les Paul, dovette cambiarla con la Gibson Flying V Medallium del fratello a causa di un incidente in tour. Da lì, fu amore a prima vista, e Michael non utilizzerà piu altre chitarre diverse dall'immortale freccia.

Con gli Scorpions, Mike registra Lonesome Crow del 1972, un mix brittalnte di Hard Rock, chitarre acide e cori spaventosi, uniti a psichedelia post '69, il disco è subito un successo, ed è l'unico ad essere completamente prodotto con Michael Schenker tra gli Scorpions. I'm Goin' Mad e In Search of the Peace of Mind sono subito dei classici, ed il biondo di Starsedt viene notato da due band sulla cresta dell'onda in quegli anni: UFO e Rolling Stones, che lo vogliono in sostituizione rispettivamente per Mick Bolton e Brian Jones.
Michael alla fine decide: Pete Way, Phil Mogg e Andy Parker saranno i suoi nuovi compagni di letto, e insieme porteranno gli UFO al massimo successo.

Subito nel 1974 esce Phenomenon, disco che mantiene parte delle sonorità Space proprie dei primi UFO, con brani come Space Child, ma anche interessanti grezzi Hard Rock come Sweet Little Thing, e sopratutto, le due Hit sinonimi di Schenker, Rock Bottom e Doctor Doctor.

Subito dopo partirono i primi tour, ma purtroppo cominciarono fin dall'inizio divergenze con Phil Mogg, e questo, unito ad i lunghi periodi di lontananza da casa e di vita frenetic ain tour, trascinarono Schenker nella dipendenza da alcolici, che in seguito avrebbe rappresentato un problema per la carriera.

Seguì Force It, capolavoro tecnico, che unisce virtuosismo per la chitarra agli albori alla passione sfrenata di Mike, da cui le grandiose Shoot Shoot e Let it Roll, mentre con No Heavy Petting si rivela sottotono rispetto al resto della produzione degli UFO, nonostante le interessanti Natural Thing e i'm A loser.


Il 1977 vede invece un nuovo materpiece, Light Out, dove Too Hot To Handle prende vita, destinata a rimanere uno dei punti caldi di Schenker, oltre a Love to Love e Lights Out.

Nel 1978 invece, il genio di Schenker prende vita di nuovo con Obsession, forse il miglior disco della band. Cherry, Hot'n Ready, Pack it Up And Go, One more for the Rodeo, Arbory Hill, Only You Can Rock Me e You Don't Fool, solo per citarne alcune, rappresentano un vero mosaico di eccellente fattura, che riperorre gran parte dello stile plasmato da Michael, con brani di grezzo Hard Rock da stadio, a piu raffinati pezzi polistrumentali dall'aria britannica, questo resterà come pietra miliare del gruppo, essendo anche l'ultimo prodotto con Schenker prima della Reunion.

Nel 1979, esce Strangers In the Night degli UFO, registrato nel tour precedente, che rimane probabilmente la miglior testimonianza in assoluto di Michael, essendo anche impossibili qualunque tentativo di sovraincisione, avendo lasciato il gruppo prima della pubblicazione del disco. Successivamente, quando gli intervistatori si dissero stupiti dalla potenza del disco, Schenker replicò che "potevano scegliere materiale migliore".

La reunion con gli Scorpions del 79 portò Schenker ad apparire sul disco Lovedrive, coem solista nei brani Another Piece of meat, Lovedrive, e la terrificante Coast to Coast, un altra punta di diamante del Biondo tedesco, ma le sue troppo variabili condizioni nei Live lo portano ad essere allontanato dal gruppo.

Con gli anni '80, Schenker riceve inviti per la partecipazione a due gruppi di altissimo livello: Aerosmith, per ripiazzare l'allontanato Joe Perry, e Ozzy Osbourne, quale sostituto del defunto Randy Rhoads.

Per la band di Tyler, Schenker fece una prova, ma alla fine della session, gli Aerosmith giocarono qualche scherzo di fattura nazista nei confronti di Schenker, giocando con la sua appartenenza alla razza Ariana (alto biondo e tedesco di natura), cosa che fece incazzare non poco Mike.
Famoso per il suo carattere suscettibile, Michael mandò affanculo tutto il progetto Aerosmith, mentre per Ozzy, per tutto il tempo sembrò convinto di accettare, quando ad un certo punto, qualcosa gli disse nella testa : "FERMO! NON FARLO"

Cosi, Schenker radunò Gary Barden, cantante, Don Airey alle tastiere, Mo Foster al basso e Simon Phillips alla batteria, e pubblicò immediatamente l'omonimo "Michael Schenker Group".

Il suono di questo primo album è marcatamente da hard rock post NWOBHM, stile UFO degli utlimi anni, con i classici Armed And Ready, Cry For The Nations e Into The Arena, che danno libero sfogo alla sua Flying V (ora marcata in bianco e nero).

Questo primo disco è un bel traguardo, ma negli anni successivi, l'MSG perse di smalto, con formazioni in continuo mutamento, uno stile che si affaccia sempre piu sugli anni 80, con largo uso di sintetizzatori, e un virtuosismo scarno in aumento nelle opere di Schenker.

Nel 1987, l'incontro col cantante Robin McAuley dona nuova linfa al gruppo, che riprende a dare al mondo pezzi affascinanti. In questi anni, Schenker diventa sempre piu famoso per il suo stile innovativo nella chitarra hard'n heavy, che propone un cresente punto di rilievo per la solista.

Alla fine della collaborazione con McAuley, seguì un periodo di depression e sconforto, momentaneamente sospeso dal ritorno in formazione con gli UFO in Walk on Water nel 1995, per poi un recupero della MSG nel 1997 col Live The Michael Schenker Story Live, che ripercorre attraverso un concerto celebrativo, tutto lo sviluppo di Michael, dai tempi con gli Scorpions, fino al progetto Contraband, supergruppo anni ottanta, dove emerge una cover di All The Way From Memphis dei Mott The Hoople.


Dal 2000, altri due dischi con gli UFO, Covenant e Sharks, riportano Michael ad alti livelli di popolarità, con pezzi di sano, granitico hard rock, come Sea of Faith, ma anche queste reunion si chiusero con la riuscita definitiva (per ora) di Schenker dagli UFO.

Michael continua la produzione di dischi con gli MSG, e anche da solista (Thank You, I,II,III,IV), dedicandosi molto a progetti acustici, e riprendendo piu volte in mano brani del periodo d'oro con gli UFO.

Ma la leggenda di Schenker è tutt'altro che conclusa, tra un tour ed un disco in studio, la sua figura, legata in maniera indissolubile alla Flying V, farà proprio come un suo brano. Rock Will Never Die

Black Sabbath - Paranoid


Sono le sirene militari a dare il via al secondo disco dei Sabs. Pubblicato a poca distanza dal fondatore del Doom, l'omonimo Black Sabbath, Ozzy e i suoi decidono che è tempo di scrollarsi la reputazione di satanisti che stà crescendo intorno al gruppo. In fondo i Sabs sono hippy per la pace, non satanisti affamati di Aleyster Crowley, come un certo Page, diventato famoso negli "sconosciuti" Zeppelin.

Per farlo, un disco come paranoid era necessario. War Pigs è una cruda canzone di protesta anti militarista .

Generali radunati nelle masse, proprio come streghe alle messe nere

I politici si nascondono

hanno solo fatto iniziare la guerra

perchè dovrebbero combattere?

Questa frase dovrebbe avere come soggetta un certo George W. Bush, ma questa è un altra storia. I Sabs si erano mostrati per quello che erano veramente. War Pigs fece storia.

A seguirla una delle prime canzoni Metal con la M maiuscola, Paranoid, che rubò il titolo del disco a War Pigs.

Paranoid rappresenta lo spunto per tutto quello su cui si baserà il metal. Chitarra acida onnipresente per tutta la durata del disco, e Ozzy conferma il suo titolo di Voce del metal per eccellenza.

La terza traccia è un inquietante psichedelica ballata, condita da effetti allucinanti che anni dopo avrebbero affascinato i Pantera. Il testo lascia in bocca il sapore di LSD, e pare trattare abbastanza esplicitamente di un viaggio psichedelico dovuto a troppi acidi, con visioni pittoresche di stelle brillanti come occhi, oscurità danzanti e luci soffuse.

Ma è Iron Man che preserverà i Sabbath al futuro, imprimendosi nelle menti piu giovani. Riff diretto e acido, quasi una Smoke on the Water alla Sabbath, Tony & i suoi si divertono a parlare di un fantomatico uomo tornato dallo spazio con l'amaro in bocca, e risentito per le sue disavventure, decide di fare piazza pulita di innocenti. Iron man Lives Again. E stì cazzi se vive.

Tony Iommi si rivela un cultore dei distorsori per Electric Funeral, che riprende toni piu Doom, propri del primo disco, con tematiche vicine a War Pigs, raccontando di una guerra nucleare.

Seguono quindi le meno popolari Hand Of Doom, che ripercorre sonorità tetre e mitiche, e Rat Salad, jam session dove Bill Ward dà sfogo al suo talento di batterista. Il pezzo non rimarrà nel mito, ma la testimonianza della potenza della band non sarà mai sottratta, tanto a sottolineare che i Sabbath non sono solo una creatura di Ozzy.

Jack The Stripper chiude il disco, con un brano povero di originalità ma ricco di stile Sabbathiano. Paranoid rappresenta quindi, una pietra miliare per i Black Sabbath. Di sicuro il loro disco di maggior successo, in discussione se anche il migliore da un punto di vista di fattura. Ma una cosa è sicura. Iron man Lives Again.

lunedì 4 gennaio 2010

UFO - Strangers In The Night






WILL YOU PLEASE WELCOME FROM ENGLAND....IU-EF-OU



e sotto con Hot'n Ready, gli UFO non risparmiano colpi con il loro miglior disco live in assoluto, con una formazione eccezzionale ed una carica spaventosa. Ultimo disco registrato col biondo Michael Schenker prima della reunion del '93, questo disco venne pubblicato come doppio LP nel 1978. Tutti pezzi di altissima qualità, Strangers In the Night mostrò cosa voleva dire un concerto Live degli UFO, gruppo Hard Rock che avrebbe potuto declassare molti coetanei, ma che a causa di divergenze di formazione, e per popolarità sempre non all'altezza non è mai riuscito a raggiungere il tetto dell'olimpo, come invece avrebbe meritato.



Con Phil Mogg alla voce, Pete Way al basso, Andy Parker alla batteria, Paul Raymond alle tastiere e seconda chitarra, e il già citato Schenker alla solista, gli UFO esplodono nelle arene americane, con un repertorio che ripercorre il meglio dei loro dischi dal '73 al '78. L'inizio è dato da Hot'n Ready e Cherry (tracce bonus non presenti nella versione originale), confluendo nel capolavoro tecnico di Schenker, Let it Roll, dove la sua Flying V esprime sentimenti che le parole non possiedono, con un buon rapporto chitarra/tastiera. Si passa quindi alla piu profonda e tranquilla Love to Love, che rapporta delle parentele con la psichedelia space dei primi UFO di Mick Bolton, per arrivare alla Natural Thing, in netto contrasto con l'inconfondibile riff chitarristico à là Schenker, ed ecco confluire il tutto in Out In the Streets, dove Paul Raymond si spizzarisce con le tastiere, ed entra in duetto con l'assolo piu carico di emozioni che Schenker abbia mai dato al mondo, dove il tempo si ferma per quelle poche, eccezzionali note.



Only You Can Rock Me esalta subito lo stadio che si alza maestoso, in delirante ammirazione per l'inno degli UFO al puro hard rock dei '70, con una delle migliori ritmiche che la chitarra conosca, ed il suo riff scolpito nella memoria di chiunque lo abbia sentito almeno una volta, per arrivare a Mother Mary e The Kid's, piu granitiche e dirette, dove esalta soprattutto la batteria pesante e a martello di Andy Parker.



A questo punto, si parte con la delicata introduzione di Doctor Doctor, spinta al massimo grazie alla carica dei giovani presenti, per arrivare a I'm A Loser, per rilassare un po l'ambiente, e tirarlo di nuovo avanti con Lights Out.



Ed è qui che gli UFO tirano fuori le palle, con gli 11 minuti di Rock Bottom, il pezzo piu famoso del gruppo, calibrata perfettamente, con un duetto tra Schenker e Raymond spaventoso, che si protae per oltre 4 minuti, in una melodia piena di effetti che hanno fatto storia, e con Phill al massimo della sua estensione, arrivati a 9 minuti, gli UFO si prendono uno stacco per dar l'illusione di aver dato tutto quel che potevano, ma quando il riff di Rock Bottom riprende quota, la gioventù americano non resiste, e l'esaltazione raggiunge il suo apice.



Too Hot To Handle viene serbata per il finale, insieme a Shoot Shoot, concludendo il repertorio mostruoso del disco, con un esausto Mogg che conclude con la sua benedizione al pubblico - thank you all very much, God bless, good night-



E gli UFO tornano nello spazio profondo dal quale erano atterrati, e per altri 20 anni quasi non si ripresenteranno piu con la stessa energia.



domenica 3 gennaio 2010

Lynyrd Skynyrd - Pronounced "leh-'nèrd'skin-'nèrd"

Bentornati. Non sono mai stato bravo nei discorsi commoventi. A volte, quando ho voglia. Non stasera. Bene, il primo disco ad apparire sul rinnovato blog sarà l'album di debutto di uno dei gruppi piu importanti della storia. I Lynyrd Skynyrd. Il disco, uscito nell' agosto del 1973, presentò al mondo intero il gruppo di Ronnie Van Zant, con la sua prima incarnazione, che conta anche il chitarrista Ed King.

Granitico rock sudista, ballate malinconiche, inni senza tempo e allegre ballate da Whiskey Bar, il disco si apre con I Ain't The One, partendo subito con un buon inizio di chitarra, un pezzo da non dimenticare, nella sua semplicità. Rossington apre la seconda traccia con un classico riff rock, Gimmie Three Steps, che con abile mix di chitarra, tastiera e potenze vocali, presenta uno dei loro migliori pezzi. Ma è con Tuesday's Gone che gli Skynyrd danno un primo assaggio di cosa sarà la loro storia. Train roll on, on down the line, please take me far away... con questi versi, la canzone esprime già dall inizio un senso di malinconia e di disagio che in quegli anni imperversava tra le regioni del sud, ancora intente a liberarsi dall' ombra del conformismo che anni prima aveva causato focolari di giovani capelloni armati di chitarra in tutto il paese.

Tastiere commoventi, con un Van Zant che emana un aurea di sofferenza nel pronunciar ogni singola parola, ed il primo vero esempio di lavoro di chitarre a tre, per il terzetto Collins/King/Rossington, il pezzo è un blues sudista difficilmente dimenticabile.

Things Goin' On prosegue il disco in puro stile Skynyrdiano, con un altra perfetta partenza strumentale, dove i ragazzi del sud partono in successione, il pezzo è un perfetto pezzo di Southern condito con sfumature blues, dove si può avere l'impressione di camminare per una lunga strada del Missouri circondato da campi, durante una tranquilla giornata di primavera. Mississippi Kid ricorda qualcosa da fiera di contadini, oppure un pezzo dalla colonna sonora di Hazzard, ed è qui che i Lynyrd si dimostrano di degni figli del Blues americano che quarant anni fa nasceva in quelle terre. Ed eccoci al secondo orgasmo del disco: Simple Man, tragica confessione di una madre al figlio, be something you love and understand ,sembra il destino che proprio toccò a Ronnie, che da lavoretto a lavoretto, tra cui lottatore di boxe, si ritrovò a cantare in un gruppo rock. I toni riacquistano vivacità ed allegria con Poison Whiskey, che mantiene influenze di quei primi pezzi della metà degli anni 60 che fecero esplodere chitarre e capelli lunghi in tutto il mondo. Ma è con l'ultima traccia, che il mondo si accorse chi aveva di fronte. Free Bird. Epica, maestosa, immortale. L'unica canzone a dare del filo da torcere alla Staiway to Heaven dei Led Zeppelin, come richiesta via radio. Il pezzo si divide in due parti, una prima piu calma e melodica, con Ronnie che decanta come un moderno menestrello, le gesta da giramondo che in molti intrapresero in quegli anni, in quelle terre. If i leave here on tomorrow, would you still remember me? avrebbe tormentato tutte le generazioni successive di giovani rocker e allegri fricchettoni. Ma ad un certo punto, il trio a mitraglia comandato da Collins comincia il bombardamento con un (se non il piu grande) assolo fuori da ogni schema e da ogni tempo. Destinato a rimanere nell'olimpo assoluto, qualcosa che difficilmente ci si aspetterebbe da un gruppo di bifolchidel sud. Con almeno 10 anni di anticipo su tutti i virtuosisti della chitarra Shred, il vero capolavoro della sei corde lo battono i Lynyrd.

In sostanza, il disco d'esordio fu un capolavoro, spesso dimenticato, o non abbastanza decorato.

I Lynyrd si erano rivelati al mondo. E nessuno li avrebbe dimenticati, anche se se ne fossero andati.